A cosa servono e come funzionano le monete complementari? Intervista a Luca Fantacci

Uno studio di due professori bocconiani, datato 2012, analizza la possibilità dell’introduzione di una nuova moneta nelle economie locali, per stimolare la produzione e il consumo ed evitare la stagnazione del mercato, uno dei grandi problemi che ancora oggi affligge il nostro sistema economico. Ne parliamo con uno dei coautori, Luca Fantacci, Assistant Professor nel Dipartimento di Analisi delle politiche e Management Pubblico dell’università Bocconi.

Professore, vuole innanzitutto spiegare meglio il contenuto del suo lavoro? Per prima cosa va detto che lo studio non è stato pubblicato. Si tratta di uno studio compiuto da me e dal professor Amato per conto dell’amministrazione di Nantes, con l’obiettivo di affiancare in determinate funzioni alla moneta ufficiale una moneta complementare. Questo è un punto importante: la nuova moneta doveva essere complementare, non sostitutiva di quella ufficiale. L’ambito in cui la moneta avrebbe dovuto esercitare le sue funzioni era assolutamente locale, non certo nazionale o internazionale. Continua a leggere su Cronachelodigiane.net