Massimo Amato
Massimo Amato, economista e storico, professore associato all’Università Bocconi. Ha scritto diverse monografie sul tema della moneta e della riforma monetaria, fra cui Le radici di una fede. Per una storia del rapporto fra moneta e credito in Occidente (Bruno Mondadori 2008) e L’enigma della moneta (et al. edizioni 2011). Ha scritto, assieme a Luca Fantacci, Fine della finanza. Da dove viene la crisi e come si può pensare di uscirne (Donzelli 2011, 2a ed.) e Salvare il mercato dal capitalismo. Idee per un’altra finanza (Donzelli 2012), entrambi tradotti in inglese per Polity Press. Si dedica da diversi anni allo studio e alla realizzazione di sistemi di moneta complementare e di credito locale. Su questo tema ha pubblicato, sempre con Fantacci, l’e-book Moneta complementare (Bruno Mondadori 2014).
Luca Fantacci
Luca Fantacci, docente di scenari economici internazionali e di storia delle crisi finanziarie all’Università Bocconi. Studioso del pensiero di Keynes e convinto, come lui, che “se gli economisti fanno bene il loro lavoro, fra venticinque anni non ce ne sarà più bisogno”. Ispirandosi alle proposte di Keynes per la riforma del sistema monetario, Fantacci lavora a progetti di sistemi di compensazione, a livello sia europeo sia locale, volti a facilitare ciò che la crisi ha sistematicamente ostruito: il pagamento dei debiti e la circolazione della moneta. È autore di una monografia sulla storia della moneta e del pensiero del denaro: La moneta. Storia di un’istituzione mancata (Marsilio 2005). Ha curato due raccolte di scritti di Keynes: Risparmio e investimento (Donzelli 2010) e Eutopia. Proposte per una moneta internazionale (et al. edizioni 2011).
Libri e pubblicazioni

Per un pugno di bitcoin: rischi e opportunità delle monete virtuali
Di Massimo Amato e Luca FantacciMolti parlano di bitcoin, ma pochi li usano. Sono davvero l’inizio di una nuova economia o solo l’ultimo oggetto di una bolla speculativa? Grazie a una tecnologia all’avanguardia, i bitcoin possono essere creati, trasferiti e accumulati senza l’intermediazione del sistema bancario. Tuttavia solo una minima parte è utilizzata per il pagamento di beni e servizi nell’economia reale formale. La maggioranza è detenuta come strumento di speculazione, se non addirittura utilizzata per finanziare attività illegali. La grande volatilità del loro valore è un accidente temporaneo destinato ad attenuarsi o un carattere intrinseco che rivela un difetto di costruzione? Quali sono i rischi e le opportunità connessi alla loro diffusione?
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Come salvare il mercato dal capitalismo. Idee per un'altra finanza
Di Massimo Amato e Luca FantacciLa finanza ha un compito vitale: dare respiro e slancio all’economia. Oggi predomina una forma di finanza, quella dei mercati finanziari, che non svolge bene il suo lavoro. Anzi talvolta lavora contro. A dispetto della crisi economica che essi stessi hanno innescato, i mercati finanziari hanno acquistato un potere sempre crescente. Lungi dall’essere divenuti l’oggetto di riflessione e di riforma, essi continuano a dettare legge. Occorre pensare e pratica un’altra finanza.
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Fine della finanza. Da dove viene la crisi e come si può pensare di uscirne
Di Massimo Amato e Luca FantacciSi dice, con leggerezza, che tutte le crisi prima o poi finiscono – salvo ammettere in seguito, con altrettanta leggerezza, che ve ne saranno sempre di nuove. Ma le crisi non sono affatto un inevitabile “effetto collaterale” della finanza. Piuttosto, sono la prova di un difetto costitutivo dell’attuale configurazione della finanza di mercato. È pensabile un’altra finanza? Per rispondere a questa domanda gli autori sottopongono la crisi finanziaria a una triplice interrogazione. Che cosa è entrato in crisi? Da dove viene la crisi? Come uscire dalla crisi?
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Le radici di una fede. Per una storia del rapporto fra moneta e credito in Occidente
Di Massimo AmatoUna storia non semplicemente della moneta e del credito, ma del loro rapporto, così come esso si costituisce storicamente a seguito dei differenti modi storici in cui la moneta è istituita in Occidente. Alla base dell’intero lavoro vi è una considerazione della moneta come istituzione, e del rapporto debitore-creditore come antropologicamente fondante la vita economica. Se la relazione debito-credito è la radice di ogni economia propriamente detta, la moneta vi ha un ruolo fondamentale e duplice. Inizialmente, per poter anche solo essere acceso, il debito esige di poter essere denominato e misurato, di essere cioè riportato a una misura del suo valore. Ma successivamente, per poter essere effettivamente onorato, esso esige anche un mezzo di pagamento. Dunque, la relazione credito-debito esige che la moneta svolga due funzioni distinte: quella di unita di misura e quella di mezzo di pagamento. Se le due funzioni di “moneta che conta” e di “moneta che paga” non sono debitamente regolate, il rischio è che i “mercati finanziari” si costituiscano non come luoghi di regolazione della relazione debito-credito (come luoghi cioè per l’incontro fra debitori e creditori), ma come spazi per la procrastinazione del debito (secondo la felice definizione dell’economia finanziaria capitalistica che dobbiamo a Marc Bloch).
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